L’uso dei solfiti nell’industria alimentare è una pratica diffusa e consolidata da secoli, ma recenti studi sollevano preoccupazioni riguardo alla loro tossicità e agli effetti potenzialmente dannosi per la salute. Secondo l’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare), l’assunzione di grandi quantità di solfiti attraverso la dieta può rappresentare un rischio, in particolare per quei consumatori che ne fanno un uso abituale e in quantità elevate. Cos’è l’Anidride Solforosa e Quali sono i Solfiti? L’anidride solforosa (SO₂) e i suoi derivati, denominati solfiti, sono ampiamente utilizzati come conservanti, antiossidanti e agenti antimicrobici per prevenire il deterioramento degli alimenti e prolungarne la durata di conservazione. Questi composti sono particolarmente efficaci nel preservare il colore naturale degli alimenti e nel prevenire la crescita microbica, riducendo l’ossigeno disponibile e inattivando enzimi batterici. I principali composti di solfiti usati negli alimenti includono: •E220: Anidride Solforosa •E221: Solfito di Sodio •E222: Bisolfito di Sodio •E223: Metabisolfito di Sodio •E224: Metabisolfito di Potassio Questi additivi sono presenti in vari alimenti e bevande, tra cui vini (specialmente bianchi), frutta secca (come albicocche e uvetta), succhi di frutta, aceti, conserve, e molti prodotti alimentari trasformati. Nel vino, ad esempio, i solfiti sono fondamentali per prevenire la fermentazione indesiderata e preservare le qualità organolettiche del prodotto. Tossicità e Normative: Il Limite di Sicurezza Nel 2016, l’EFSA aveva fissato una Dose Giornaliera Accettabile (DGA) per i solfiti pari a 0,7 mg per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Tuttavia, in una recente revisione, questa DGA è stata revocata a causa della mancanza di dati certi che permettano di valutare con precisione la sicurezza di queste sostanze su tutta la popolazione. La revoca del limite suggerisce che, in determinate condizioni, il consumo di solfiti potrebbe superare i livelli considerati sicuri, soprattutto nei forti consumatori di alimenti e bevande che li contengono. Esposizione dei Consumatori e Fasce di Popolazione a Rischio Le analisi dell’EFSA hanno evidenziato che alcuni gruppi di popolazione, in particolare i bambini e gli adulti forti consumatori, rischiano di superare i limiti raccomandati di esposizione ai solfiti. Le statistiche indicano che: •Nei bambini tra i 3 e i 10 anni, l’esposizione media ai solfiti supera del 12,5% i livelli considerati sicuri. •Per gli adulti, questo eccesso può raggiungere il 60%, rendendoli particolarmente suscettibili a eventuali effetti tossici a lungo termine. Il parametro utilizzato per valutare la sicurezza dei solfiti è il margine di esposizione (MOE), che rappresenta il rapporto tra la dose alla quale si osservano effetti avversi e l’esposizione reale. Un MOE inferiore a 80 è considerato preoccupante, e nel caso dei forti consumatori di solfiti, è stato spesso rilevato un MOE al di sotto di questo valore, suggerendo un potenziale rischio per la salute. Effetti sulla Salute: Reazioni Avverse e Tossicità I solfiti possono provocare reazioni avverse soprattutto in soggetti ipersensibili. Tra gli effetti collaterali più comuni si riscontrano: •Irritazione delle mucose (naso e gola) •Nausea, vomito e sudorazione •Abbassamento della pressione sanguigna •Emicrania e orticaria Una delle principali preoccupazioni è la loro capacità di inattivare la vitamina B1 (tiamina), un nutriente essenziale per il metabolismo energetico. Questo è particolarmente rilevante nei prodotti a base di carne, cereali e legumi, dove i solfiti sono oggi vietati per evitare la distruzione di tale vitamina. Circa il 3-10% degli asmatici presenta una sensibilità ai solfiti e può manifestare sintomi come difficoltà respiratorie, broncospasmo o, in rari casi, anafilassi. Le reazioni ai solfiti possono anche esacerbare i sintomi dell’asma indotta dall’esercizio fisico o dell’asma allergica. Il Rischio per il Sistema Nervoso Una delle aree di ricerca emergenti riguarda gli effetti potenziali dei solfiti sul sistema nervoso centrale. Gli studi dell’EFSA hanno rilevato che, in alcuni soggetti, i solfiti possono rallentare la risposta delle cellule nervose agli stimoli, indicando un possibile danno neurologico o una disfunzione del sistema nervoso. Tuttavia, la portata di questi effetti necessita di ulteriori studi per essere chiaramente definita. Alimenti da Tenere Sotto Controllo Gli alimenti che contengono i più alti livelli di solfiti sono i seguenti: •Vino bianco: fino a 200 mg/L •Frutta secca: fino a 2000 mg/kg (specialmente albicocche e uvetta) •Succhi di frutta e conserve: concentrazioni variabili ma generalmente inferiori rispetto ai vini e alla frutta secca Secondo le normative dell’UE, tutti i prodotti che contengono più di 10 mg/kg o 10 mg/L di solfiti devono riportare in etichetta la dicitura “contiene solfiti”. Alternative ai Solfiti: È Possibile Evitarli? L’industria alimentare sta cercando di sviluppare alternative ai solfiti per ridurre la loro presenza nei prodotti. Alcune di queste alternative includono: •Gas inerti come l’azoto o l’anidride carbonica per prevenire l’ossidazione. •Antiossidanti naturali, come la vitamina C, che possono preservare gli alimenti senza l’utilizzo di solfiti. •Trattamenti fisici, come la pastorizzazione o il filtraggio sterile, per ridurre la carica microbica. Tuttavia, queste alternative non sono sempre efficaci come i solfiti nel prevenire l’ossidazione o la crescita microbica, rendendo difficile il loro utilizzo su larga scala senza compromettere la qualità e la sicurezza del prodotto. Conclusioni e Raccomandazioni In attesa di ulteriori studi che chiariscano definitivamente la tossicità dei solfiti, è consigliabile che i consumatori, in particolare i soggetti più a rischio, riducano l’esposizione a questi composti. Leggere le etichette degli alimenti e scegliere prodotti con bassi contenuti di solfiti è una misura preventiva importante. Inoltre, l’industria alimentare dovrebbe continuare a esplorare soluzioni alternative per ridurre la necessità di solfiti senza compromettere la qualità e la sicurezza degli alimenti.